La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, trovò Mario il Nebbioso che lo attendeva a pie' fermo, tinto del color di quell'ora. E Mario piantàvagli in faccia due occhi di brama, e l'inchiesta: - Mi
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fonte, e nella fonte, essi, che non vi cercàvano mai se non aqua, avèan trovato uno specchio. Mario vi si mirò, e inorridì. Istintivamente, portò la
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Mario! sò che le ore in cui ti attendevo mi èrano le più lunghe, e le più brevi quelle in cui ti avevo al mio fianco; sò che, quando apparivi
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raggio, parve che il càndido volto di Forestina imperlasse ognor più, abbandonata, com'era, sulla spalla di Mario, le molli braccia fluenti. Mario ne
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faci, che illuminàvano i visi di Aronne, di Erminio, di Gualdo ... La ragazzina lasciò la mano di Mario, e corse dal babbo. Chi avrebbe potuto mascherar
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, sembrava seguire, co' suòi, i lor guardi, sempre incontrando però, nel raggio visivo, le clàssiche forme di Mario. Infine, la canòa di Aronne si
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inoltrossi, che le si effuse la guancia di felice rossore: Mario! - diss'ella. Senonchè Mario, il qual si tenèa in disparte accavalciato ad un trave, senza
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? ... Chi stà col leone? ... - Col leone! - gridò entusiasta la Nera, e gli gittò al collo le braccia. - Col leone! - ripetè Mario il Nebbioso, e gli strinse
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sorsata di branda, s'insaccocciò qualche pezzo di carne arrostita, prese il fucile, e barattate alcune parole con Mario, che vigilava alla salvezza del